Fonte: La Rivista di Venezia
Se qualcuno volesse, una volta giunto a Venezia, coglierne la sua essenza cosmopolita, i suoi molti mondi possibili, i suoi angoli raccolti e magici, non avrebbe che da fare pochi passi: all’uscita della stazione ferroviaria, percorsa la nobile Lista di Spagna ed attraversato il Ponte delle Guglie, troverai le indicazioni per il Ghetto, il luogo in cui per quasi 300 anni furono confinati gli ebrei provenienti da diverse parti del mondo. Il ghetto di Venezia con il tempo divenne un vivace centro commerciale, religioso e culturale.
Comunità tedesche, francesi, italiane spagnole e levantine, abitarono questo quartiere della Citta, ognuna facendo erigere nel XVI secolo la propria sinagoga, sino al cadere della Repubblica, nel 1797.
Ancor oggi il ghetto è il centro pulsante della vita della Comunità ebraica veneziana, luogo di esperienza e di memoria, di passato, di presente, di sogno e realtà.
Qui negli anni ’50 è nato il Museo Ebraico di Venezia che con il tempo è divenuto un riconosciuto punto d’incontro per quanti, a diverso livello, si interessano di ebraismo.
In questo senso la prima domenica di settembre segna un appuntamento imperdibile: l’ottava Giornata Europea della Cultura Ebraica, dal titolo “Sentieri e Parole”, che permetterà di visitare gratuitamente museo e sinagoghe e di partecipare a tutte le manifestazioni che saranno proposte.
In questa occasione saranno offerti a bambini e ragazzi momenti didattici che permetteranno di avvicinarsi alla cultura ebraica vivendola come attori in un’atmosfera giocosa.
La recente creazione di un’area didattica multifunzionale ha infatti permesso allo staff dei progetti educativi del museo di proporre attività circa le maggiori festività ebraiche, le favole e le leggende ebraiche e di dedicarsi con passione al delicato tema della didattica della Shoah.
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