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sabato 23 agosto 2008

La 65a Mostra d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia!

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Fonte: Movieplayer

Tanta Italia nella selezione ufficiale della
65a edizione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, che propone un cartellone povero di glamour, a vantaggio di un cinema nuovo che apre ad altre culture. Tornano al Lido Kitano, Miyazaki e Aronofsky e debutta Arriaga, in una Mostra dedicata alla memoria del regista egiziano Youssef Chahine, recentemente scomparso, e che celebrerà Ermanno Olmi con il Leone d'Oro alla carriera.
La 65a edizione della
Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia fa segnare un record già dal nome del suo direttore: Marco Muller è stato infatti riconfermato alla direzione del festival dopo la fine del suo primo mandato quadriennale, non era mai accaduto prima. Il nuovo corso di Biennale Cinema si apre quindi nella fiducia verso una figura come quella di Muller che ha saputo dare nuovo vigore alla Mostra, che attraverso le sue selezioni, nei quattro anni precedenti, è riuscito ad allargare l'orizzonte dello sguardo di noi spettatori, portando nel bagaglio culturale del festival cinematografie altre che con grande dignità e qualità hanno saputo ritagliarsi il proprio spazio nella storia della Mostra e lasciare un segno in quel pubblico che si trovava per la prima volta ad assistere a un cinema diverso, in divenire. Anche quest'anno, a circa un mese dall'inizio della Mostra, il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, e il Direttore della Mostra, Marco Muller, hanno incontrato la stampa all'Hotel Westin Excelsior di Via Veneto a Roma per la tradizionale presentazione del programma e per l'illustrazione delle linee guida che hanno portato a questa 65a Mostra del cinema di Venezia, che si svolgerà dal 27 agosto al 6 settembre. Inevitabile un commento, da parte del presidente Baratta, alla riconferma del direttore artistico della Mostra: "Muller è stato riconfermato per quattro anni alla guida della Mostra con grande convinzione da parte di tutto il Cda della Biennale di Venezia - ha dichiarato Baratta - La Mostra vuole essere di ampia latitudine, internazionale, e per questo consideriamo Muller il nostro uomo che percorre il mondo alla ricerca della qualità. Nella selezione delle opere c'è stata grande libertà di giudizio che ha permesso così di avere i prodotti più qualificati. La Mostra riflette l'andamento delle cose del mondo, presentando opere qualitativamente importanti e significative."
Sono 18 i paesi rappresentati in questa edizione della Mostra, che Muller vuole dedicare a Youssef Chahine, regista egiziano recentemente scomparso, che il direttore considera "uno dei pochi cineasti ad aver mostrato davvero che il cinema serve a far danzare i cuori e i cervelli. Il suo è stato un cinema contraddittorio e pluralistico a cui si ispira il programma della mostra di quest'anno." Secondo queste linee guida si è andato componendo un cartellone che concede pochissimo al glamour per proporre al pubblico una vera e propria sfida: esplorare, riflettere, godere delle diverse traiettorie di un programma che privilegia la libertà espressiva e sfida il comune senso del reale, mettendo in discussione l'idea di fiction e i limiti del punto di vista consentito allo spettatore. Delle tre sezioni principali, ben 49 sono i lungometraggi in prima mondiale, 5 in prima internazionale. A comporre il Concorso 21 titoli, mentre il Fuori Concorso prevede 7 film inediti e 4 riproposte, e Orizzonti un totale di 20 opere, considerando le 18 già annunciate e le rimanenti 2 che saranno svelate nelle prossime settimane in quanto ancora prive del visto censura. Tra gli Eventi del Fuori Concorso e di Orizzonti assisteremo inoltre ad altri 13 titoli. "E' stata una Mostra che si è andata a fissare, nei contorni della selezione, proprio nel farsi dei diversi film - dichiara Marco Muller - Siamo stati una sorta di sismografo che registrava uno spettro di tutti i movimenti e i sommovimenti del mondo cinematografico." A chi gli chiede se c'è un tema comune nei film selezionati quest'anno, Muller risponde così: "Non credo si possa fare una Mostra a partire da un tema scelto. Ogni tanto succede che c'è una coincidenza tra i film proposti, ma non è voluto. Qui viene fuori un nomadismo culturale che vuol dire essere parte di un processo osmotico che esiste da tremila anni. Le culture delle società sono legate da un rapporto simile a quello delle onde del mare. Se dobbiamo per forza trovare un comune denominatore, si può però evidenziare un numero forte di film che parlano in prima persona di adolescenti. C'è di nuovo la "condizione giovanile" al centro di molte opere come una delle realtà con cui bisogna fare i conti oggi."
Quattordici sono i film italiani presentati alla Mostra, ai quali si andrà ad aggiungere il corto Vicino al Colosseo... c'è Monti, un nuovo esempio di cinema diaristico che proprio in questi giorni Mario Monicelli sta finendo di girare. Muller spiega la presenza di ben quattro titoli italiani in concorso sulla scia di un "anno eccezionale" per la nostra cinematografia, che è tornata dal Festival di Cannes rinata, grazie ai film di Matteo Garrone e Paolo Sorrentino, entrambi presenti al Lido il 3 settembre per ricevere il riconoscimento "Premio alla creatività 2008" voluto dalla Siae per quelle personalità che hanno meglio valorizzato il cinema italiano nel mondo. A conferma di questo ritrovato interesse verso il cinema nostrano, aprirà la sezione Orizzonti il film Pa-ra-da di Marco Pontecorvo: "E' un opera prima che ci è sembrata importante per tante ragioni - afferma Muller - E' un bell'esempio di cinema nomade e non è il solo in questa Mostra, perché in concorso c'è anche Marco Bechis con La terra degli uomini rossi - Birdwatchers, girato in Brasile. I cineasti italiani hanno ritrovato la capacità di guardare al mondo e di dare col cinema una sintesi di ciò che vedono." L'Italia torna inoltre a raccontare le urgenze. Saranno presenti al Lido, infatti, due documentari che raccontano l'emergenza delle morti bianche nel nostro paese degli ultimi tempi: si tratta de La fabbrica dei tedeschi di Mimmo Calopresti e ThyssenKrupp Blues di Pietro Balla e Monica Repetto. A questi va ad aggiungersi la versione restaurata di Yuppi Du di Adriano Celentano, "il primo film ad aver affrontato l'argomento - sostiene Muller - Bisogna riscoprire un film che è stato in grado di stare sul reale, stilizzandolo secondo il gusto inconfondibile di Celentano che a Venezia terrà la sua prima conferenza stampa dopo 15 anni, per parlare di cinema e del suo rapporto con quest'arte." Paolo Benvenuti ha invece realizzato Puccini e la fanciulla, omaggio al grande compositore Giacomo Puccini per il 150° anniversario della sua nascita, una storia privata che è anche il racconto della nascita di un'opera lirica quale La fanciulla del West. A chiusura della Mostra, tra i titoli Fuori Concorso, un altro film italiano, Orfeo 9 di Tito Schipa Jr., la prima opera rock italiana, realizzata nel 1973, con due interpreti d'eccezione, Renato Zero e Loredana Bertè.
Parlando d'Italia, però, la prima cosa che salta agli occhi è sicuramente la massiccia presenza in concorso dei titoli di casa nostra. Dopo il flop della ciurma italiana dello scorso anno, Muller rilancia con ben quattro titoli che si daranno battaglia per la conquista del Leone d'Oro. Oltre al già citato La terra degli uomini rossi - Birdwatchers di Marco Bechis, verranno presentati in laguna Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek, tratto dal romanzo omonimo di Melania Mazzucco, Il papà di Giovanna di Pupi Avati, un dramma in costume con Silvio Orlando, Alba Rohrwacher, Francesca Neri ed Ezio Greggio, e Il seme della discordia di Pappi Corsicato, ispirato al romanzo La marchesa di O. di Heinrich Von Kleist. Muller ringrazia per la pazienza Ozpetek e Avati perché "gli inviti sono stati spediti solo la settimana scorsa" e tiene a sottolineare "l'importanza di questi film all'interno di un loro itinerario personale che ha contribuito a unificare il cinema italiano". A loro il compito di far dimenticare la terribile accoglienza riservata ai film italiani lo scorso anno. Come già anticipato poi, al Bel Paese va anche il Leone d'Oro alla carriera di quest'anno che Ermanno Olmi riceverà dalle mani di Adriano Celentano venerdì 5 settembre. Del regista vincitore del Leone dOro nel 1988 con La leggenda del santo bevitore saranno proiettati i documentari industriali realizzati a inizio carriera e tutti i film da lui presentati a Venezia nel corso degli anni.
Sono cinque i film statunitensi in concorso quest'anno. Dopo il disastro di due anni fa con il ridicolo L'albero della vita, si riaffaccia al Lido Darren Aronofsky, che preferiamo ricordare per l'incredibile Requiem for a Dream. Il suo nuovo film, The Wrestler, interpretato da Mickey Rourke, Marisa Tomei ed Evan Rachel Wood, è ancora in fase di completamento e sarà perciò presentato alla Mostra solo il penultimo giorno, vale a dire il 5 settembre, con "una copia che esce dal laboratorio solo 24 ore prima." Dopo i deliri new age di un paio di anni fa, Aronofsky racconta stavolta la storia di un wrestler in pensione, Randy "The Ram" Robinson, che cerca di rientrare nel circuito per affrontare e sconfiggere il suo avversario di sempre. Guillermo Arriaga, sceneggiatore di fiducia di Alejandro González Iñárritu, tornerà invece a intrecciare le storie dei suoi personaggi in spazi e tempi diversi nel suo debutto alla regia, The Burning Plain, con Charlize Theron e Kim Basinger. Si tratta di un ritorno alla regia, invece, quello di Kathryn Bigelow, unica regista donna in concorso, che in The Hurt Locker parla di un argomento ancora di scottante attualità come la guerra in Iraq. Il film arriverà nelle nostre sale, in contemporanea con la Mostra, il prossimo 29 agosto. E' invece una commedia Rachel Getting Married di Jonathan Demme, un ritratto di famiglia con Anne Hathaway nei panni di una giovane donna che torna a casa dopo dieci anni di assenza, in occasione del matrimonio della sorella. Infine, una produzione americana è anche l'ultimo film dell'iraniano Amir Naderi, Vegas: Based on a True Story. Insieme a questi, ci saranno nelle altre sezioni ufficiali altri cinque titoli di marca americana, tra i quali spicca senza dubbio Burn After Reading dei fratelli Coen, già abbondantemente annunciato negli scorsi mesi quale film d'apertura della Mostra, che può contare su un cast di star hollywoodiane (tra queste George Clooney e Brad Pitt) che faranno la gioia degli avventori del Lido interessati principalmente al glamour del red carpet. Una curiosità relativa al film dei Coen è che non sarà proiettato in pellicola, ma in DCP. Fondamentalmente scarsa quindi la presenza del cinema statunitense, uno dei risultati dello sciopero degli sceneggiatori USA che fatto slittare progressivamente le date di completamento dei film. "Molte delle opere che rappresentavano un riferimento per Venezia sono slittate a dicembre o addirittura al prossimo anno - precisa Muller - Sono in pochi quelli che vogliono rischiare una prima mondiale di un film che uscirà 6-8 mesi dopo. E poi c'è la paura della pirateria, ma noi assicuriamo il blindaggio dei titoli a partire dal trasporto. Gli unici che potrebbero piratare i film sono quelli della caserma di Finanza!"
Attesissimi dagli appassionati di cinema al Lido, i film giapponesi in concorso quest'anno. Torna a Venezia il maestro Takeshi Kitano con la commedia Achilles and the Tortoise, storia di un pittore senza talento (interpretato dallo stesso Kitano) che cerca di affermarsi nel mondo dell'arte con l'aiuto della moglie malata. Il direttore Marco Muller rivela che "Kitano ci ha detto già lo scorso ottobre che avrebbe girato un nuovo film a marzo e di presentarci quindi verso il 25 giugno per visionarlo, per una sua possibile presentazione a Venezia." Gli altri titoli sono due lungometraggi d'animazione, Gake no ue no Ponyo di Hayao Miyazaki e The Sky Crawlers di Mamoru Oshii, che rappresentano un'eccezione all'interno della selezione: a differenza degli altri titoli in gara, infatti, quella veneziana non sarà per i due film una prima mondiale, ma solo internazionale. "Per loro era fondamentale uscire adesso in Giappone - spiega Muller - perché il momento più opportuno per la distribuzione in sala dei film di animazione è proprio l'estate." Orgoglioso di avere nel programma Miyazaki, che sarà presente al Lido domenica 31 agosto e si concederà alle foto e agli autografi con i suoi fedelissimi fan, Muller rivela che "stiamo ragionando con lui su questo film da ben tre anni. Due anni fa ho visto i primi disegni e in tutto questo tempo sono andato spesso a visitarlo in Giappone e ho visto i suoi collaboratori che li coloravano." Per Oshii si tratta della prima volta in concorso, dopo il passaggio nella sezione Orizzonti Doc di due anni fa con l'insolito Tachiguishi retsuden.
Tra i film europei in concorso, la Francia piazza due thriller, L'autre del duo Patrick Mario Bernard e Pierre Trividic e Inju, la bête dans l'ombre di Barbet Schroeder, e coproduce inoltre altri quattro titoli in cartellone: il già citato Teza dell'etiope Haile Gerima, Sut del turco Semih Kaplanoglu, Nuit de chien del tedesco Werner Schroeter (remake del film Per questa notte del regista italiano Carlo Di Carlo che sarà presente alla Mostra con un documentario su Michelangelo Antonioni) e Inland dell'algerino Taiq Teguia, quest'ultimo già presente a Venezia nel 2006 nella sezione Orizzonti con il film Roma wa la n'touma. E' tedesco il drammatico Jerichow di Christian Petzold, mentre dalla Russia arriva l'opera terza di un grande figlio d'arte, Aleksey German Jr., con Paper Soldier. A proposito del genitore, Aleksei German, Muller confessa che "stiamo facendo la corte da quattro anni a suo padre che ci sta mettendo sette anni per tirare fuori un nuovo film." Lo aspettiamo quindi alla kermesse veneziana nelle prossime edizioni. In questa è invece assente il cinema sudamericano in concorso, ma si rifà prestando i suoi suggestivi luoghi a due opere in competizione, entrambe ambientate in Brasile. Uno è La terra degli uomini rossi di Marco Bechis, girato a Mato Grosso del Sul, che racconta la triste condizione degli indiani Kaiowà, un popolo costretto a vivere in anguste riserve ai margini delle città, dopo che le loro terre sono state usurpate da allevatori e coltivatori di the dalla fine dell'800. Il film è recitato in guaranì, una lingua mai apparsa finora in un film di finzione. Altro regista in trasferta è Yu Lik-wai, regista di Hong Kong che per il suo Plastic City è andato in Sud America per girare un film con attori brasiliani, cinesi e del suo paese d'origine. "Il problema - rivela Muller - è che se non ci pensa il mercato, la mostra ha poco da inventarsi rispetto alla scarsa presenza della cinematografia latino-americana. E' fondamentalmente una questione di date che non coincidono. Il cinema sudamericano è pronto per la primavera e sono davvero pochi i film completati per l'estate. Quest'anno però, in Orizzonti, ci sarà una notevolissima opera messicana, Los Herederos di Eugenio Polgovsky."
La Mostra di quest'anno è costata 11 milioni di lire, dei quali 70% di contributo pubblico e 30% di entrate proprie. Con questa edizione della Mostra partono poi i
lavori per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema: "Il 28 agosto ci sarà una piccola cerimonia di posa della prima pietra del Palazzo del Cinema - ha dichiarato a tal proposito il presidente Paolo Baratta - Al Lido troveremo già le prime macchine del cantiere. Il progetto è stato perfezionato nel corso degli ultimi mesi. Si tratta di un complesso che ospiterà una sala principale da 2350 posti, due sale più piccole da 480 e 300 posti e un grande spazio destinato all'organizzazione delle varie attività collaterali. La prima Mostra dotata del complesso sarà inaugurata nel 2011, ma nel caso di un miracolo forse la Sala Grande potrà essere inaugurata già nel 2010." Il tanto atteso salto di qualità nelle strutture della Mostra sta quindi per essere effettuato e Baratta tiene a sfatare un mito: "In molti dicono che alla Mostra di Venezia manca la città, che è un evento isolato e isolano. I numeri però parlano chiaro: l'anno scorso abbiamo venduto 40.000 biglietti al Lido, 20.000 tra S. Polo e Mestre e con quelli staccati altrove raggiungiamo i 110 mila biglietti venduti intorno ai film della Mostra. Pochi altri festival al mondo possono contare su una partecipazione simile".
L'appuntamento è quindi fissato per il 27 agosto in laguna. I fratelli Coen sembrano garantire con la loro commedia una partenza fulminante, a differenza degli ultimi anni che hanno offerto film d'apertura decisamente zoppicanti. Sullo stato di salute del cinema italiano e sulla qualità di un cartellone così sfaccettato ci sarà modo di discutere quando le pellicole saranno finalmente proiettate in sala.

venerdì 22 agosto 2008

Dove dormire per poter visitare l'11 Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia "Out There: Architecture Beyond Building"!

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Un ottimo sito web dove poter scegliere un posto dove dormire per poter visitare facilmente l'11 Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia "Out There: Architecture Beyond Building" è Venicevacationrentals.it
Potrete inoltre trovare la vostra struttura in una delle zone dell'area metropolitana di Venezia; centro storico, terraferma o isole.
Da qualsiasi di queste zone la Mostra è facilmente raggiungibile grazie ad un sistema integrato di Autobus o Vaporetti.
Per i biglietti potete scegliere tra le tante proposte di biglietti a tempo o tra le varie opzioni della VeniceCard offerti da HelloVenezia

L'11 Mostra Internazionale di Architettura di Venezia!


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Si terrà a Venezia da domenica 14 settembre a domenica 23 novembre 2008, all’Arsenale e ai Giardini, l’11. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Out There: Architecture Beyond Building, diretta da Aaron Betsky e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 11, 12 e 13 settembre 2008.

La Mostra è stata presentata a Roma, nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura "Valle Giulia" dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dal Presidente della Biennale Paolo Baratta e dal Direttore dell’11. Mostra Aaron Betsky, alla presenza del Preside della Facoltà di Architettura “Valle Giulia”Benedetto Todaro.

Secondo Aaron Betsky – già direttore per sei anni del Netherlands Architecture Institute (NAI) di Rotterdam, uno dei più importanti musei e centri di architettura del mondo, e dallo scorso anno direttore del Cincinnati Art Museum – l’11. Mostra, intitolata Out There: Architecture Beyond Building “vuole orientarsi verso un’architettura liberata dagli edifici, per affrontare i temi centrali della nostra società; invece di tombe dell’architettura, vale a dire gli edifici, presenterà installazioni site specific, visioni ed esperimenti che ci aiuteranno a comprendere e a dare un senso al nostro mondo moderno, e a sentirsi a casa in esso”.

Betsky prosegue indicando “quello che dovrebbe essere un fatto ovvio: l’architettura non è ‘il costruire’. Gli edifici sono oggetti, e l’atto del costruire produce gli oggetti-edifici, ma l’architettura è qualcosa d’altroÈ il modo di pensare e di parlare sugli edifici. È il modo di rappresentarli, di realizzarli: questo è architettura. Più in generale, l’architettura è un modo di rappresentare, dare forma e forse anche offrire alternative critiche all’ambiente umano. Infatti, gli edifici non sono abbastanza: sono la tomba dell'architettura, ciò che resta di quel desiderio di costruirci un altro mondo, un mondo migliore e aperto ad altre possibilità oltre il quotidiano. In concreto, architettura è ciò che può farci sentire ‘a casa’ nel mondo”.

“La sfida dell’11. Mostra – sottolinea Betsky – consiste nel raccogliere e incoraggiare la sperimentazione: quella delle strutture effimere, delle visioni di altri mondi o di prove tangibili di un mondo migliore. Questa Biennale non vuole presentare edifici già esistenti e di cui si può godere nella vita reale. Non vuole proporre soluzioni astratte a problemi sociali, ma intende vedere se l’architettura, sperimentando nella e sulla realtà, può offrire forme concrete e immagini seduttive”.

L'11. Mostra Out There: Architecture Beyond Building presenterà pertanto, articolandosi nelle aree espositive del Padiglione Italia ai Giardini eall’Arsenale, installazioni appositamente realizzate, manifesti d’intento e scenari utopici. Se all’Arsenale il visitatore incontrerà una ventina di opere di questo tipo, il Padiglione Italia presenterà una ricognizione di lavori sperimentali di giovani architetti e di cinque Masters of  the Experiment.

LCorderie dell’Arsenale si apriranno con Hall of Fragments, di David Rockwell con Casey Jones + Reed Kroloff. Sarà proiettata su schermi un’architettura prima del costruire, attraverso una selezione di film di fantascienza, che in passato hanno mostrato come il nostro mondo sarebbe apparso, nonché film storici che hanno ricreato mondi antichi. Le Corderie presenteranno quindi Installations, installazioni di grandi dimensioni e site specific, che si domanderanno come è possibile sentirsi “a casa” nel mondo. Queste installazioni saranno accompagnate da Manifestos, manifesti d’intento per un’architettura oltre il costruire, che saranno sia su video, sia stampati. I partecipanti sono: Diller Scofidio+Renfro, UN Studio, Massimiliano Fuksas, Nigel Coates, Droog Design, Philippe Rahm, M-A-D, Coop Himmelb(l)au, Vicente Guallart, Zaha Hadid, An Te Liu, Greg Lynn, MVRDV, Penezič e Rogina, Asymptote, Atelier Bow Wow, Barkow Leibinger Architects. A continuare questo tema, ricordando l’Arsenale, una capanna odierna dal Kazakistan e un “giardino paradisiaco” di Kathryn Gustafson.

mercoledì 30 luglio 2008

La Biennale Card 2008 a Venezia!

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La Fondazione La Biennale di Venezia, in occasione delle attività e della stagione di eventi dell'anno (11. Mostra Internazionale di Architettura, 6. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, 52. Festival Internazionale di Musica Contemporanea) ripropone il progetto 
Biennale Card.
Il ricavato delle vendite delle Biennale Card sarà interamente destinato a sostenere le attività
dell'Archivio Storico delle Arti Contemporanee. In questo modo tutti i possessori delle Card contribuiranno in modo concreto al prezioso lavoro di raccolta, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio di opere, documenti ed immagini custodito dall'Archivio.
Dedicate agli appassionati e agli specialisti che seguono le iniziative della
Biennale di Venezia, le Card consentiranno a chi le acquisterà di usufruire di una serie di benefit, in ragione dell'opzione di adesione prescelta, distribuiti su tutte le attività della Fondazione.
Per prenotare le Biennale Card 2008 e conoscere le modalità di pagamento, clicca qui.

mercoledì 12 marzo 2008

Parte il nuovo Palacinema a Venezia!

Fonte: Edilportale
Assegnati in via definitiva i lavori per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema di Venezia, la struttura destinata ad ospitare la Biennale oggi simbolo in tutto il mondo della kermesse cinematografica.
Ad aggiudicarsi la gara è S.A.C.A.I.M. (Società per Azioni Cementi Armati Ing. Mantelli), la società veneziana nota per aver realizzato la ricostruzione del Teatro La Fenice, oltre al recupero di ulteriori importanti edifici storici della città lagunare come Palazzo Grassi, Palazzo Fortuny, Il Teatro Malibran e Ca’ Foscari.
Il nuovo Palacinema porta la firma dello studio genovese 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo e del francese Rudy Ricciotti, vincitori nel 2005 del concorso internazionale di progettazione indetto dalla Biennale di Venezia.
Il progetto prevede la realizzazione di un complesso dotato di una nuova grande sala da 2400 posti e di un sistema interrato da cui saranno ricavati spazi per attività congressuali e collegate alla Mostra del Cinema. La proposta di 5+1AA e Ricciotti concentra la parte più corposa della struttura sotto terra e ridimensiona quella fuori terra.
Si tratta di una soluzione che i progettisti hanno abbracciato al fine di risolvere il “dualismo di fondo” generato dal concorso; e cioè l’esigenza di visibilità ed espressività internazionale da un lato, e rispetto della ricchezza locale del sistema Venezia-Lido dall’altro.

Di qui il tema del “realismo magico” come soluzione espressiva dell’esterno, e dell’interrato come soluzione funzionale rispettosa dei requisiti del bando: affossata nel terreno in modo da non entrare in conflitto con lo spazio urbano del Lido, la sala da 2400 posti integra piazza e mare, giardino e natura, attraverso una grande vetrata sul lato del giardino.
Il risultato è uno “spazio teatro-sequenza di luoghi ipogei di grande suggestione spaziale”.
Lunga circa 90 metri, la struttura è rivestita di resina e materiali naturali color terra.
“La sala principale – spiegano dallo studio di Ricciotti – si sviluppa fuori terra, senza volto, enigmatica. Presentandosi come un volume senza angoli e senza riferimenti dimensionali, risulta una tipica costruzione della laguna veneziana. La sua figura può apparire come una enorme pietra naturale, una aviorimessa industriale fuori scala, oppure come la carena capovolta di una nave”. All’esterno la materialità opaca e terrosa della sala è in armonia con la ricchezza iconica del verde della Piazza del Cinema e del Giardino del Cinema, e dei due edifici del novecento italiano.
L’interrato – soluzione funzionale alle proposte del bando – appare “sensuale” e “lussuoso”. “Utilizza – spiegano i progettisti di 5+1AA – l’immagine dell’ala della libellula, nella vetrata della Grande Sala sul parco, i materiali e le immagini del mondo del Cinema, oro, velluto, pelle, nel Foyer, nella Passerella, nel Mercato del Cinema, nel Bar”.
S.A.C.A.I.M è alla guida dell’associazione di imprese cui fanno parte la Intini di Bari, Officine Tosoni di Verona, Gemmo di Vicenza e Picalarga di Roma.
Seguirà il progetto il raggruppamento dei progettisti formato da STEAM S.r.l., Studio C+S Associati, S&PA, ICONIA S.r.l., One Works S.p.A., SAICO Ingegneria S.r.l e Prof. Renato Vitaliani.
Occorreranno 90 giorni di progettazione e 780 di lavori per dare vita al nuovo palazzo al Lido voluto dal governo per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia nel 2011. L’intervento, del valore complessivo di circa 70 milioni di Euro, sarà cofinanziato dallo Stato Italiano, dalla Regione Veneto e dal Comune di Venezia.

giovedì 1 novembre 2007

Pensa con i sensi - Senti con la mente. L’arte al presente. Biennale di Venezia - 52. Esposizione Internazionale d’Arte

Fonte: APT Venezia
La 52 Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, allestita negli spazi delle Corderie e parte delle Artiglierie dell’Arsenale e nel Padiglione Italia ai Giardini, presenta un centinaio di artisti provenienti da tutto il mondo con opere, anche site specific, e nuove produzioni realizzate, in collaborazione con la Biennale di Venezia, per questa occasione espositiva.
Una mostra che guarda al futuro ma non al passato', così la definisce Storr, sottolineando le linee-guida di una ampia ricognizione che lo ha portato a invitare artisti viventi e attivi e, nei rari casi in cui essi non lo siano per cause accidentali o premature, le loro opere testimoniano una vitalità che le rende più che mai attuali. “Questa mostra - spiega inoltre Robert Storr - non si basa su una proposta ideologica o teorica onnicomprensiva. Piuttosto si fonda su un atteggiamento di base nei confronti dell'arte, rivolto a supporre che le dicotomie analitiche tra il percettivo e il concettuale, tra pensiero e sentimento, piacere e dolore, intuizione e riflessione critica, troppo spesso oscurano o negano la presenza complessa di tutti questi fattori nella nostra esperienza del mondo, nonché la presenza di tutte queste dimensioni nell'arte che ne deriva. Ogni opera sarà lì a parlare per sé. Insieme, le corrispondenze tra le opere - che siano esse armoniose o dissonanti - solleciteranno l’attenzione del pubblico, io credo, verso la diversità di emozioni, materiali, temi e modi di coinvolgere il visitatore, che caratterizzano opere d'arte create in linguaggi diversi, e tutti, ciò nondimeno, coniugati al presente”.