venerdì 22 agosto 2008

L'11 Mostra Internazionale di Architettura di Venezia!


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Si terrà a Venezia da domenica 14 settembre a domenica 23 novembre 2008, all’Arsenale e ai Giardini, l’11. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Out There: Architecture Beyond Building, diretta da Aaron Betsky e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 11, 12 e 13 settembre 2008.

La Mostra è stata presentata a Roma, nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura "Valle Giulia" dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dal Presidente della Biennale Paolo Baratta e dal Direttore dell’11. Mostra Aaron Betsky, alla presenza del Preside della Facoltà di Architettura “Valle Giulia”Benedetto Todaro.

Secondo Aaron Betsky – già direttore per sei anni del Netherlands Architecture Institute (NAI) di Rotterdam, uno dei più importanti musei e centri di architettura del mondo, e dallo scorso anno direttore del Cincinnati Art Museum – l’11. Mostra, intitolata Out There: Architecture Beyond Building “vuole orientarsi verso un’architettura liberata dagli edifici, per affrontare i temi centrali della nostra società; invece di tombe dell’architettura, vale a dire gli edifici, presenterà installazioni site specific, visioni ed esperimenti che ci aiuteranno a comprendere e a dare un senso al nostro mondo moderno, e a sentirsi a casa in esso”.

Betsky prosegue indicando “quello che dovrebbe essere un fatto ovvio: l’architettura non è ‘il costruire’. Gli edifici sono oggetti, e l’atto del costruire produce gli oggetti-edifici, ma l’architettura è qualcosa d’altroÈ il modo di pensare e di parlare sugli edifici. È il modo di rappresentarli, di realizzarli: questo è architettura. Più in generale, l’architettura è un modo di rappresentare, dare forma e forse anche offrire alternative critiche all’ambiente umano. Infatti, gli edifici non sono abbastanza: sono la tomba dell'architettura, ciò che resta di quel desiderio di costruirci un altro mondo, un mondo migliore e aperto ad altre possibilità oltre il quotidiano. In concreto, architettura è ciò che può farci sentire ‘a casa’ nel mondo”.

“La sfida dell’11. Mostra – sottolinea Betsky – consiste nel raccogliere e incoraggiare la sperimentazione: quella delle strutture effimere, delle visioni di altri mondi o di prove tangibili di un mondo migliore. Questa Biennale non vuole presentare edifici già esistenti e di cui si può godere nella vita reale. Non vuole proporre soluzioni astratte a problemi sociali, ma intende vedere se l’architettura, sperimentando nella e sulla realtà, può offrire forme concrete e immagini seduttive”.

L'11. Mostra Out There: Architecture Beyond Building presenterà pertanto, articolandosi nelle aree espositive del Padiglione Italia ai Giardini eall’Arsenale, installazioni appositamente realizzate, manifesti d’intento e scenari utopici. Se all’Arsenale il visitatore incontrerà una ventina di opere di questo tipo, il Padiglione Italia presenterà una ricognizione di lavori sperimentali di giovani architetti e di cinque Masters of  the Experiment.

LCorderie dell’Arsenale si apriranno con Hall of Fragments, di David Rockwell con Casey Jones + Reed Kroloff. Sarà proiettata su schermi un’architettura prima del costruire, attraverso una selezione di film di fantascienza, che in passato hanno mostrato come il nostro mondo sarebbe apparso, nonché film storici che hanno ricreato mondi antichi. Le Corderie presenteranno quindi Installations, installazioni di grandi dimensioni e site specific, che si domanderanno come è possibile sentirsi “a casa” nel mondo. Queste installazioni saranno accompagnate da Manifestos, manifesti d’intento per un’architettura oltre il costruire, che saranno sia su video, sia stampati. I partecipanti sono: Diller Scofidio+Renfro, UN Studio, Massimiliano Fuksas, Nigel Coates, Droog Design, Philippe Rahm, M-A-D, Coop Himmelb(l)au, Vicente Guallart, Zaha Hadid, An Te Liu, Greg Lynn, MVRDV, Penezič e Rogina, Asymptote, Atelier Bow Wow, Barkow Leibinger Architects. A continuare questo tema, ricordando l’Arsenale, una capanna odierna dal Kazakistan e un “giardino paradisiaco” di Kathryn Gustafson.

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