martedì 24 marzo 2009

Energia pulita dalle alghe della Laguna di Venezia!

Nascerà a Venezia il primo impianto in Italia a produrre energia ricavata dalle alghe. A lanciare l'iniziativa è l'Autorità portuale di Venezia insieme alla società di energie alternative Enalg. Il progetto del porto della città prevede un investimento di 190-200 milioni di euro e produrrà circa 40 Mw vale a dire l'equivalente della metà dell'energia necessaria agli abitanti del centro storico di Venezia e un terzo della centrale Enel di Porto Marghera. La centrale, a emissioni zero, può essere pronta in due anni. «L'obiettivo - ha sottolineato il presidente dell'Autorità portuale di Venezia Paolo Costa - è di garantire l'autosufficienza energetica del porto e, nel prossimo futuro, di guardare alla possibilità di fornire da terra l'energia alle navi ormeggiate»
Si tratta di una potenza importante per un impianto che sfrutta le energie alternative e superiore anche al fabbisogno attuale del Porto di Venezia (7 Mw).
Non manca la voglia di crescere e guardare al futuro: «In prospettiva - ha sottolineato il presidente dell'autorità portuale Paolo Costa - vorremmo riuscire a fornire energia elettrica alle navi ormeggiate al porto dalla banchina». In questo caso il fabbisogno del porto salirebbe esponenzialmente di altri 85 Mw. Ecco perché oltre alle biomasse, il Porto sta progettando anche un parco fotovoltaico con una potenza di 32 Mw.
Per far partire il progetto della centrale ad alghe sarà costituita una newco, eNave, partecipata al 51% da Autorità Portuale e per il 49% da
Enalg, società di Giancarlo Giglio e dell'ex ministro Willer Bordon, che ha la concessione in esclusiva per l'Italia a sfruttare i brevetti di Solena Group, la società che ha sviluppato la tecnologia dell'impianto ad alghe.
I tempi per la realizzazione dipenderanno molto dalle autorizzazioni, ma di per sè la centrale può essere pronta in due anni: tre mesi per la progettazione e l'acquisizione delle aree, 18 mesi per la realizzazione e tre mesi per l'avvio dell'impianto.
La centrale ad alghe, infatti, sarà ad emissioni zero. Le alghe - le stesse che si trovano in laguna - saranno coltivate in un'area ancora da individuare fra quelle dismesse a Marghera grande fra gli 8 e i 12 ettari. La biomassa prodotta sarà essiccata e lavorata. Se ne otterrà una miscela di idrogeno e monossido di carbonio che alimenterà una turbina per la produzione di energia. Il gas di scarico della turbina (Co2), infine, sarà nuovamente immesso in circolo per alimentare le alghe che se ne nutrono. «Non c'è nessuna possibile contaminazione con il territorio circostante - ha tenuto ad assicurare Yves Bannel, vicepresidente esecutivo e direttore della divisione europea di Solena Group -. Le alghe che utilizziamo sono le stesse che si trovano in laguna e il circuito dei nostri impianti è chiuso all'esterno. L'unica cosa che facciamo è aumentare la concentrazione di alghe per metro cubo di un milione di volte rispetto a quanto avviene in natura». «Le alghe - ha spiegato l'ex ministro dell'ambiente Willer Bordon - superano molte delle criticità delle energie rinnovabili attuali come l'eolico e o il fotovoltaico a cominciare dal fatto che consentono di produrre energia per 8.000 ore l'anno contro le 1.700 del solare». Se il progetto della centrale a biomasse ricavate dalle alghe funzionerà Costa è già pronto a proporre il progetto della centrale ad alghe anche a Ravenna, Trieste e Capo d'Istria, città con cui Venezia ha avviato accordi di cooperazione.

domenica 22 marzo 2009

Il Porto di Venezia!

Il porto di Venezia è uno dei più importanti d'Italia per il volume di traffico commerciale ed uno dei più importanti nel Mediterraneo per quanto riguarda il settore croceristico.
L'accesso è grantito attraverso le tre bocche di porto di Lido-San Nicolò, Malamocco-Alberoni e Pellestrina-Chioggia.
I moli e le banchine sono dislocati su un'ampia porzione di territorio e ripartiti per funzione:
  1. sulla terraferma, a Porto Marghera (45° 27' 0" N, 12° 16' 30" E), si concentra il traffico commerciale, specialmente con navi portacontenitori e petroliere che alimentano l'interporto e la zona industriale. Da luglio 2007 accedono navi da 260 metri, contro i 220 di prima, grazie a lavori di scavo effettuati sul canale dei Petroli che collega Porto Marghera alla bocca di porto di Pellestrina.
  2. nel centro storico, alla Stazione Marittima (45° 26' 3" N, 12° 18' 30" E) attraccano invece le navi traghetto per la Grecia e la Turchia e le grandi navi da crociera. Sono presenti 4 approdi per navi traghetto e 6 approdi per navi da crociera. Possono approdare navi lunghe non oltre i 304 metri.
  3. sempre in centro storico, lungo la riva dei Sette Martiri ((45° 25' 50" N, 12° 21' 10" E) trovano ormeggio invece i grandi yacht privati e occasionalmente navi da crociera e unità militari di fronte all'arsenale.
Il porto è fortemente interconnesso con l'area industiale di Marghera, inoltre nel suo bacino sorgono numerosi cantieri navali di costruzione e riparazione, presenti a Marghera, Venezia e Pellestrina. È infine sede di attività della Marina Militare Italiana con la presenza dell'ex-Arsenale Militare Marittimo, ora sede dell'Istituto di Studi Militari Marittimi e del Museo Storico Navale, e della Scuola navale militare Francesco Morosini.
Vi si accede attraverso le due "bocche di porto" del Lido e di Malamocco: la prima collegata direttamente alla città storica, la seconda collegata con l'artificiale canale dei Petroli direttamente all'area industriale. I fondali, di sabbia e fango, si aggirano sui 12 metri. Le imboccature sono attualmente in fase di massiccia riconfigurazione nell'ambito del progetto Mose, con la creazione di nuove dighe per ridurre gli effetti dello scirocco e di porti rifugio e bacini tali da consentire agevolmente il traffico anche nei momenti in cui saranno in funzione le paratie mobili contro l'acqua alta.