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Accade nel VII secolo dopo Cristo dopo che Attila a capo degli Unni invade i territori veneti e dopo che i Longobardi scorporano, sotto l'esarcato di Ravenna, la parte marittima. Appunto per sfuggire alle violenze, Altino viene abbandonata e spoliata per rinascere sulle isole nel cuore della laguna più splendente protetta dalle acque. Il suo primo insediamento risaliva al VI secolo a.C. romanizzandosi pacificamente intorno al II secolo. Sorgeva lungo una grande strada, l'Annia, e il suo porto diventava uno dei maggiori scali commerciali romani dell'Italia Nordorientale e un nodo strategico tra le rotte marittime adriatiche e le vie consolari verso l'area danubiana. Quando arrivano i barbari la decadenza di Altino, comunque, era già iniziata da tempo ed era ormai inarrestabile.
Il volto nascosto della città è frutto di una ricerca condotta dal Dipartimento di geografia dell'Università di Padova nell'ambito di un progetto finanziato da Arcus e sostenuto dalla Regione Veneto, dal Comune di Padova e dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. «Elaborando le immagini fornite da Telespazio assieme a quelle da noi ottenute con ricognizioni aeree nella lunghezza d'onda del visibile e dell'infrarosso — spiega Paolo Mozzi, coordinatore della ricerca a cui ha partecipato Alessandro Fontana — siamo riusciti a costruire la mappa della città facendo emergere le strutture nascoste valutando diversi parametri comprendenti dalla disposizione della vegetazione all'umidità del suolo».
Ora con una convenzione in corso di definizione tra il Dipartimento di geografia padovano, l'Università di Venezia e la Soprintendenza ai beni archeologici e la collaborazione dell'Osservatorio geofisico di Trieste, si procederà agli scavi per portare alla luce quanto oggi è stato «fotografato» nell'area già protetta. Così sarà pure realizzato un identikit preciso degli abitanti che dovevano essere alcune migliaia (forse ventimila): ma il numero esatto uscirà solo dalle nuove indagini. Chi vuol vedere traccia concreta della storia, sul campanile di San Vidal, nel sestriere San Marco, un'incisione romana ricorda Altino come luogo d'origine del materiale lapideo.
E, intanto, l'eredità popolare racconta che i nomi delle isole Torcello, Murano e Burano derivano da Torricellum, Ammurianum e Porta Boreana, tutti quartieri, in origine, di Altino.